Pensioni INPDAP

Le Pensioni INPDAP, a seguito della fusione tra INPS e INPDAP sono convogliate nella gestione Unitaria dell’INPS. 

Leggi questo articolo per scoprire le ultime novità sulle pensioni dei dipendenti pubblici ex INPDAP. 

SEZIONI

Calcolo della pensione INPDAP

Per chiunque volesse conoscere in anticipo quanto riceverà mensilmente di pensione, potrà eseguire una di queste semplici operazioni, secondo le regole INPS.

In particolare i calcoli sono tre: 

  • Retributivo
  • Contributivo
  • Misto

In aggiunta, il lavoratore sarà tenuto a pagare una tassa calcolata sull’importo del reddito. Oggigiorno, l’aliquota INPS per la pensione è fissata al circa 33% della somma.

Pensioni INPDAP

Calcolo retributivo

Questa tipologia di valutazione è valida per i pensionati che hanno versato almeno 18 anni di contributi entro la fine del 1995

Per calcolare la mensilità, viene fatta una media dei redditi mensili totalizzati durante gli anni di lavoro, utilizzando parametri quali:

  • Anzianità contributiva;
  • Età del pensionato;
  • Reddito lordo;
  • Rivalutazione del reddito;
  • Aliquota di rendimento.

Calcolo contributivo

Questo metodo è in vigore solamente dall’anno 1996 in poi, esso si rivolge a coloro che abbiano versato contributi per un minimo di 15 ad un massimo di 18 anni. 

L’ammontare della pensione sarà calcolato tramite una moltiplicazione tra gli anni di contributi e un coefficiente fisso, deciso sulla base dell’età del lavoratore.

Pensioni INPDAP Cedolino e Simulazione

Calcolo misto

Per tutti coloro che non avessero almeno 18 anni di contributi versati entro la fine del ’95, il calcolo verterà su parametri misti tra il retributivo, utilizzato per gli anni di lavoro precedenti il 31 dicembre 1995; e il calcolo contributivo, che colmerà il vuoto per tutti gli anni successivi.

Come si accede alla pensione INPDAP?

In base a ciò che abbiamo anticipato, il dipendente pubblico che dovesse andare in pensione deve aver versato i contributi che gli spettano in base agli anni di lavoro maturati. 

I contributi non servono, però, solamente al calcolo del reddito mensile, ma anche ad ottenere altri servizi quali il TFR (Trattato di Fine Rapporto), varie prestazioni creditizie ed anche prestazioni sociali. 

 

Ad ogni modo, per ottenere l’agognato pensionamento ci possono essere due modalità: 

  • Pensione di vecchiaia
  • Pensione anticipata (o di anzianità)

La prima, cioè per vecchiaia, è per coloro che abbiano raggiunto un’età di almeno 62 anni e 7 mesi e 20 anni di contributi alle spalle. 

In questo caso, l’importo della pensione dovrà essere di almeno l’1,5 superiore rispetto alla pensione minima INPS. Fanno eccezione i soggetti che abbiano superato i 70 anni di età.

 

Nel caso della pensione per anzianità, invece, il lavoratore ha maturato almeno 42 anni e 10 mesi di lavoro (nel caso di una donna, 41 anni e 10 mesi). 

 

Per le donne, esiste anche l’opzione che permette di andare in pensione a 57 anni e 7 mesi, con un numero di contributi pari a 35 anni. 

Qui, però, l’unico calcolo possibile per la cifra della pensione sarà quello contributivo.

Ultime novità sulle pensioni

Con la Legge Fornero del 2017 e la riforma delle pensioni della Legge di Bilancio, sono state apportate alcune modifiche alle regole per il calcolo della mensilità. 


Per evitare disguidi, l’INPS ha messo a disposizione degli utenti un simulatore di pensione, utilizzabile gratuitamente e accessibile tramite il sito www.inps.it

Leggi anche questo articolo sulla pensione di inabilità per i dipendenti pubblici ex INPDAP.

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